Il cibo non è solo nutrimento, sembra banale dirlo soprattutto in Italia, ma è bene ribadire questo concetto. Infatti non si parla mai abbastanza dell’impatto psicologico del cibo e, soprattutto, di quanto sia importante la condivisione dello stesso.
Nel nostro Paese siamo infin ossessionati dal cibo: un italiano al ristorante è facile da individuare: mentre mangia sta sicuramente parlando del cibo che sta assaporando o di pranzi e cene passate o future.
Condividere il piacere della tavola con le persone a cui vogliamo bene offre benefici al corpo ed alle alla nostra mente, oltreché alle relazioni sociali.
La ricerca di nuove ricette gustose non è quindi un’elaborata sfida con se stessi, ma un vero e proprio toccasana per il corpo e per la mente, per tutti.
Le emozioni del piatto
Il rapporto dell’essere umano con il cibo si sviluppa fin dalle prime fasi della vita e andrà a mantenere dei forti legami psicologici per tutta la vita del soggetto.
I nostri sentimenti e le nostre emozioni infatti influiscono molto sulle quantità e sulla qualità del cibo che andiamo a consumare. La fame emotiva è una realtà e spesso, purtroppo, andiamo a compensare con il cibo delle frustrazioni e altre emozioni negative.
Le persone stressate o di cattivo umore tendono a mangiare cibi più zuccherini e grassi, dando il via, come noto, ad una catena che porterà dei tristi risultati sulla propria silhouette.
Le emozioni positive non necessariamente ci portano verso il consumo di cibi salutari, ma solitamente spingono a vivere il momento del pasto come qualcosa di prezioso, da esaltare, a cui dedicare tempo e buona compagnia.
Il cibo è gioia, per tutti
E’ evidente che il nostro rapporto con il cibo è fondamentale ed è dunque necessario fare in modo che i pranzi e le cene, così come gli spuntini e le colazioni, siano sempre percepiti come momenti piacevoli.
Porre attenzione sulla scelta degli alimenti, investire del tempo nel cucinare sempre piatti nuovi e stimolanti, creare atmosfere piacevoli a tavola, non sono da considerarsi vezzi borghesi, ma bisogni primari di tipo psicologico.
Anche chi è riceve una diagnosi di intolleranza (al glutine, al nichel, al lattosio…) o i celiaci, hanno tutto il diritto di trovare il piacere del cibo e di poterlo condividere con le persone che amano.
Per questa ragione siti internet esperti del settore, come www.nonnapaperina.it, propongono degli ottimi menu anche per chi è afflitto da questo tipo di problematica.
Le ricette per intolleranti o per celiaci sono infatti gustose quanto quelle tradizionali, anzi, a volte la fantasia, messa alle strette da regole rigide, dà il meglio di sé!
La riscoperta e la valorizzazione di certi ingredienti è proprio dovuta a questo tipo di restrizioni che se da un lato privano il soggetto di alcuni ingredienti, dall’altro gli aprono un mondo di sapori tutto nuovo.
Il cibo è gioia, condividerlo con qualcuno in un’atmosfera conviviale è poesia. Per questo proporre in tavola sempre nuove ricette gustose è un atto d’amore per gli altri e per se stessi.